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relazioni pantesche
14 Luglio 2022

Cosa di più, in assoluto, mi piace di un residenziale? Difficile scegliere tra la preparazione del materiale prima della partenza, il durante e il ritorno a casa. E poi ci sono le relazioni che si creano, connessioni preziose fatte di storie raccontate, spesso con emozione, aperture di porte che erano rimaste chiuse per molto, troppo tempo.

Ogni residenziale è un'esperienza a trecentosessanta gradi. Molte ore insieme, relazioni e idee che si mescolano mentre facciamo colazione, prepariamo il pranzo o ceniamo. A me viene di farli così i residenziali, immersivi e intensi, dove ogni parola e gesto diventa parte integrante dell’esperienza che stiamo vivendo.

E sì, mi ci metto dentro anch'io. Mi immergo nelle relazioni e nei racconti delle persone che son lì in quel momento a ispirarmi e a mostrarmi come procedere, quali domande fare, che tipo di esperienza o esercizio

Parto sempre molto preparata per un residenziale. Prima di tutto il tema principale, il cuore dell'incontro. Poi la dispensa tradizionale - che spesso passa in secondo piano - e materiali di ogni genere, come non ci fosse un domani. Perché in primo piano ci sono loro: le donne e gli uomini che partecipano.

Mi devo sforzare per capire quale sia la parte che amo di più, perché ogni momento rimane attaccato alla pelle, impresso come un tatuaggio. E io adoro i tatuaggi!

Forse più di tutto preferisco il “dopo” residenziale, quando arrivano i commenti e chi ha partecipato continua a rimanere in sintonia per parecchio tempo. Che dire, le relazioni continuano e molti di loro diventano amici, sorelle e a volte mescolano le sinergie creando nuove collaborazioni professionali.

E proprio riguardo il "dopo" residenziale, condivido con te le poche parole scritte da Michela mentre era sulla via del ritorno a casa dopo l’esperienza de “La Danza della Vita” a Pantelleria. Lo faccio perché mi hanno profondamente emozionata e racchiudono il senso di una settimana passata insieme.

Buona lettura!

 

Canticchio Just Breathe in aereo. La mia colonna sonora di questi giorni (mesi?)Donne sedute sui gradini di una scalinata con alle spalle una bugaville viola

Guardo ancora un po' questo sole. E so che il mare di Pantelleria è là in fondo.

Sorrido, mi commuovo. Ancora. Vedo intorno a me madri, figlie, mogli. Vedo storie e vite. Come le nostre. Ognuno cerca di fare la cosa migliore. Ognuno mille mila volte non ha saputo come fare, e forse ancora non lo sa.

Non sa che le donne che ho conosciuto io ce l'hanno fatta.  No, non hanno trovato la pietra filosofale o l'elisir di lunga vita. Non hanno trovato neanche la ricetta della felicità.

Solamente hanno capito come fare (un giorno sì e uno no). Hanno capito che non sono sole, che possono sempre contare su qualcuno. Che prendersi cura di sé stesse e dell'altro può essere un balsamo per la nostra anima. Che farsi coccolare ci fa sentire un calore meraviglioso che non va via allo sciogliersi dell'abbraccio, o alla fine di un pasto preparato per noi con cura (ad cazzum, with love)

Donna incinta in costume da bagno seduta su una sedia a bordo piscinaChe il nostro corpo è un tempio da celebrare e che quando il cuore sorride e gli occhi si illuminano siamo le dee della bellezza. Ognuna di noi.

Queste donne hanno capito che basterà chiudere gli occhi e respirare per tornare a ritrovare il centro anche se a volte… sticazzi.

Che anche amare un limone può essere un’esperienza appagante.

Che ascoltare le sensazioni e l'istinto è sempre la cosa migliore da fare. Che fidarsi di sé e affidarsi all'universo ci dà la libertà di cui abbiamo bisogno per andare nel mondo a fare tutto quello che vogliamo.

Che possiamo lasciare andare e lasciar morire.

Che possiamo ripartire e rinascere ogni, ogni, ogni santo giorno.

Che sbagliare è un’esperienza bellissima se la sappiamo trasformare in opportunità.

Che non smettiamo di essere donne se siamo madri. Che non smettiamo di essere madri se siamo donne.

Che santa e puttana sono definizioni obsolete e comunque... magari potessi essere entrambe!  Che la sola cosa giusta per definirti è… no, non esiste!

Le donne che ho conosciuto io hanno un pezzo di storia di me, io ne ho un pezzo di ognuna di loro.

quattro donne in primo pianoHanno cristalli splendenti come occhi e il mare dentro. Sono fluide, esploratrici, streghe, romantiche. Sono Rock. Ridono forte o bisbigliano piano. Parlano lentamente.  Scelgono le parole. Scelgono. Quasi sempre. Notano cose piccolissime. Un seme, un fiore, un sassolino, un tramonto, un gattino, un falco, la luna le può fare innamorare.

Sono femmine anche senza trucco e senza vestiti eleganti... Ah che femmine! Hanno paura e piangono spesso ma ridono di più!!!

Ascoltano i segnali ma si tappano le orecchie talvolta.

Insomma …

Danzano …quattro donne che danzano in cerchio

La Danza della Vita®️

Mangiando ceci.

Grazie a tutte voi. Dal profondo.

Grazie speciale Lucia.

Per essere la cuoca sapiente di questa ricetta. Hai preso quello avevi in dispensa e ne hai creato piatti meravigliosi e Abbondanza.

Vi voglio bene. Buon Natale❤️

Pota.

(Michela)

Lucia Merico

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