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piangere di rabbia lo facciamo sempre
25 agosto 2020

Un cammino spirituale è fatto di scoperte, una dopo l’altra, non sempre piacevoli ma certamente sempre utili per portare valore e migliorare la nostra vita. Per esempio ho scoperto che piango per rabbia. Sempre! Non c’è mai stato un momento fino ad ora che non sia andata così. Piango per rabbia anche quando muore qualcuno. Sono arrabbiata perché mi ha abbandonata, perché non lo vedrò più, perché mi sento sola, perché non ho più nessuno da chiamare per raccontarmi.

Non piango solo perché sono donna. Anche gli uomini provano rabbia. Ma loro non piangono. Loro urlano, si picchiano, fanno gli arroganti, ma non piangono perché non sono deboli. Ma perché – mi domando – associamo il pianto al femminile alla debolezza? Mio Dio, non è così! Sfatiamo un mito, soprattutto al maschile: non è vero che piangere è per deboli! Quando piangono, noi donne non siamo deboli: siamo arrabbiate.

Le lacrime possono diventare una forma di guarigione se piante con coscienza consapevole. Affrontiamo le ferite a modo nostro. Alcuni lo fanno faticosamente, come se dovessero scalare una montagna e quando sono arrivati in cima scoprono che sono arrivati sulla vetta sbagliata. Altri sono come elefanti che ricordano perfettamente le offese irrisolte e ancora non medicate dell’infanzia. Per altri ancora le ferite sono come promemoria che mettono in evidenza le perdite schiaccianti della vita e dell’amore.

Vedete che c’è sempre di mezzo la rabbia? Si piange per rabbia. Siamo tristi perché siamo arrabbiati

Se una giovane donna è stata ferita più volte, avrà imparato a dare la priorità al lavoro anziché al suo benessere emotivo e troverà scuse su scuse per non risolvere la questione. Vagherà avvilita alla ricerca di qualcuno che la possa aiutare, senza mai volerlo essere veramente perché avrà paura di essere ferita ancora una volta. Il suo pianto non è certo di tristezza, ma di rabbia.

C’è poi il pianto silenzioso di un giovane uomo pieno di idee e di passione per il suo lavoro che a causa di un fallimento passato sceglie di adeguarsi, di accontentarsi buttando giù quintali di amarezza, accumulando stanchezza ogni giorno. Anche questa è rabbia. Entrambi non si accorgono del prezzo altissimo che stanno pagando in termini di salute fisica e di tempo che è vita!

Perché insieme alle lacrime c’è anche la rabbia e la paura che continua a ribollire nel profondo

Nessuna donna e nessun uomo, nessun amore, nessuna attenzione esterna può guarire una simile ferita: è necessario riconoscerla ed avere compassione per il proprio stato. È necessario sentirne il dolore senza soffocarlo. E quando versiamo una lacrima, permettere ad essa di impadronirsi di quel dolore, di riconoscerlo quando lo tocca, di ricordarlo e accorgersi di come abbiamo ingiustamente cercato di proteggere i nostri giorni a causa della ferita che invece di essere curata, ha continuato a sanguinare.

Dobbiamo accorgerci di come ha ridotto il nostro amore per noi e per la vita stessa

Impariamo dunque a riconoscere le lacrime come una forma della rabbia. È un gesto doveroso e libero che può sradicare convinzioni e credo che abbiamo mantenuto vivi e al sicuro profondamente in noi stessi.

Kahlil Gibran ha scritto che la saggezza cessa di essere saggezza quando diventa troppo orgogliosa per piangere, troppo austera per ridere e troppo piena di sé per vedere altro che sé stessa. Trattenere le lacrime è trattenere il respiro: per quanto ancora crediamo di poterlo fare? Da questa riflessione è nato La rabbia è mia amica, un Laboratorio che propongo al femminile e che tocca argomenti importanti per scoprire il territorio nascosto della rabbia personale e collettiva, la differenza tra realtà e illusione e le quattro fasi del perdono, il tutto condito con tecniche e condivisioni.

Qui trovi tutte le informazioni per soddisfare la tua curiosità ►https://bit.ly/2Ef4MrO    E se non fossero sufficienti puoi sempre mandare una mail con le tue richieste a posta@spiritualcoach.it 

Lucia Merico

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