Toccherò corde importanti in questo articolo, e sarà a tratti fastidioso leggere, ma necessario per fare chiarezza. Perché quando ci troviamo davanti a una persona e applichiamo una tecnica energetica, accade qualcosa di sottile e potente.
Sentiamo vibrare il corpo, scorrere il calore nelle mani, percepiamo l’apertura del cuore.
È naturale in quel momento che la mente voglia appropriarsi di ciò che accade e convincerci che siamo noi a “fare” quella "guarigione". E quando non arriva, lascia il posto al peso della frustrazione e a un pensiero tagliente che sussurra: non sono abbastanza, non sono capace, non ho potere.
Ma ecco la verità che spesso non vogliamo guardare: non siamo noi gli autori di nessuna guarigione, mai, in nessun modo e circostanza!
Ogni guarigione del corpo, della mente o dello spirito non è un atto che possiamo imporre. È una scelta profonda che appartiene all’anima di chi abbiamo davanti. Possiamo diventare canali, strumenti, ponti che permettono all’Energia Universale di fluire verso quella persona, ma sarà sempre e solo lei a decidere se ricevere, se integrare, se trasformare oppure no.
Questa è la meravigliosa e complicata Legge Universale del Libero Arbitrio, una legge dura da accettare perché scardina l’illusione di onnipotenza a cui spesso molti si aggrappano nella speranza di essere visti e riconosciuti.
Ci mostra che il nostro potere più grande non è nel cambiare la vita degli altri ma rispettarne le scelte, anche quando ci appaiono incomprensibili o dolorose.
Si dice che possiamo portare il cavallo al fiume, ma non possiamo costringerlo a bere.
Molti operatori olistici e facilitatori di tecniche energetiche cadono in questa trappola: sentirsi gli autori delle guarigioni. È un bisogno antico, radicato che nasconde un’ombra più grande: la paura. Di non essere essere abbastanza, di non avere valore senza quel potere. La paura di non essere visti se non attraverso quei i risultati.
È qui che nasce la crisi di onnipotenza. Non dal desiderio puro di aiutare, ma dal bisogno inconsapevole di colmare un vuoto interiore.
Ed è qui che il cammino si fa più difficile, più intimo, più sciamanico. Perché si tratta di affrontare la propria ombra e riconoscere che il potere tanto bramato non è quello di cambiare gli altri, ma quello di trasformare se stessi.
È il cuore del lavoro che insegno anche con il percorso LoveHealing – Tecniche di Autoguarigione, dove si impara a riconoscere che la guarigione nasce prima di tutto dall’interno, dalla scelta consapevole di voler cambiare.
Un vero sciamano urbano sa di che il potere della guarigione è una scelta personale. Può portarti alla soglia del tuo cambiamento che solo tu sceglierai di attraversare. Ed è questa è la responsabilità più grande: essere un ponte invisibile tra l’Energia Universale e la vita concreta di chi abbiamo davanti. E un ponte non trattiene. Non decide chi passa e chi no. Si limita a permettere il passaggio.
Quanta forza, conoscenza, consapevolezza e coraggio ci vogliono per accettare questo ruolo?
Non è un potere che gonfia l’ego, ma un potere che svuota, che rende umili, che insegna a fidarsi della vita più di quanto ci fidiamo di noi stessi e dello Spirito che ci accompagna.
Essere un ponte non significa essere deboli. Al contrario. Significa avere il coraggio di restare nella verità, senza maschere. Significa saper reggere la frustrazione, il non riconoscimento, il silenzio di chi non sceglie la guarigione.
Significa affidarsi al flusso dell’energia Universale senza aggrapparci a nessun risultato.
La vera forza non è nel “guarire” qualcuno, ma nel rimanere saldi, presenti, e nel rispetto delle sue scelte, sostenendolo senza invadere. Forza è accompagnare e rimanere in ascolto come osservatori silenziosi, nel pieno rispetto dell’altro, anche quando la sua scelta ci spezza il cuore.
Questa è una delle più grandi pratiche di LoveHealing: imparare a rimanere testimoni, radicati e presenti, senza bisogno di forzare il processo.
Il libero arbitrio è la legge più complessa da digerire perché mette in crisi il nostro bisogno di controllo. Noi esseri umani vogliamo soluzioni, vogliamo risposte, vogliamo vedere i risultati.
E umanamente ci risulta difficile tollerare che la persona davanti a noi scelga di restare nella malattia, nel dolore, nel limite.
Eppure, è proprio lì che si gioca la più grande lezione spirituale: l'accoglienza rispettosa. Il rispetto dell’altro che sceglie a suo tempo e a suo modo. Il rispetto per i cicli che non comprendiamo. Il rispetto per il mistero che non possiamo spiegare.
Ogni volta che cadiamo nella trappola dell’onnipotenza e ci scontriamo con la frustrazione di non aver “guarito”, abbiamo davanti un’opportunità.
Possiamo fermarci e chiederci: che parte di me ha bisogno di sentirsi potente? Da dove nasce questa paura di non valere se non attraverso i risultati?
È lì che inizia il vero lavoro. Non fuori, ma dentro di noi.
Quando riconosciamo che siamo ponti, e non autori, allora ci liberiamo dal peso di dover salvare qualcuno. Torniamo alla nostra verità più semplice e potente: essere al servizio e lasciare che si l’altro a scegliere.
Perché la guarigione, quella autentica, non è mai un atto da imporre. È un incontro tra la libertà dell’anima e l’amore Universale che attraversa tutto. Noi siamo solo il passaggio, il canale. E questo, se lo accetti, è immensamente più grande di qualsiasi illusione di potere.
Se desideri approfondire questi temi, esplorare il tuo potere e le tue ombre, e imparare a diventare davvero un ponte di energia per offrirti agli altri con spirito sincero, il percorso Academy SpiritualCoach 2026 sarà lo spazio in cui trasformare la tua sensibilità in competenza e la tua vocazione in missione di vita.
È un cammino che unisce tecniche sciamaniche, consapevolezza e crescita interiore, per diventare autentici Maestri di sé stessi e Guide luminose per gli altri.
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