12 novembre 2019
consapevolezza e sincerita

Il caffè di stamattina è un po’ impegnativo, per questo ti suggerisco di sederti per gustarlo insieme.

 

Basterebbe comprendere l’istante di eternità contenuto in queste tre parole per migliorare considerevolmente la nostra esistenza: «dare è ricevere». Partiamo da qui. Possiamo dare solo ciò che conosciamo a fondo e di cui intendiamo fare esperienza nella nostra vita. L’autonomia e il pensiero solitario sono un’illusione perché facciamo sempre esperienza di ciò che scegliamo. Consapevolmente o inconsapevolmente abbiamo bisogno di qualcosa o qualcuno che ci mostri come stiamo vivendo la nostra esistenza, proprio come un’automobile ha bisogno del carburante per potersi muovere.

Ogni pensiero pensato porta valore al pensatore trasformandosi in esperienza di vita vissuta

È una facoltà che viene data ad ogni essere nel momento stesso in cui sceglie di abitare questo mondo. Da questo punto di vista, la famosa frase «ama il prossimo tuo come te stesso» assume un significato ben preciso che possiamo tradurre così «offri agli altri ciò che vuoi ricevere».

E qui si apre un mondo di punti interrogativi e incomprensioni: «Ho dato tutta me stessa e sono stata ripagata con l’abbandono. Ho dedicato tutta la mia vita a questo lavoro e sono stato licenziato». A chi non è successo almeno una volta di formulare simili considerazioni? Cosa possiamo fare? Andare avanti. Prendere quei pezzettini di passato che tanto pesano e sistemarli uno ad uno, per un futuro più leggero e proprio come lo desideriamo.

C’è una domanda chiave per comprendere a priori cosa stiamo davvero offrendo e, di conseguenza, cosa riceveremo: qual è lo scopo? Cosa intendo ve lo spiego con un suggerimento: dedicare una giornata per fare questa esperienza. Prima di compiere qualunque scelta (una telefonata, scrivere una lettera, acquistare, andare a bere un caffè o pranzare con qualcuno ….) domandatevi quale sia lo scopo, l’utilità di fare quello che state per fare, e poi rispondete con assoluta sincerità.

Vi racconto la breve storia di una giovane donna che ha scelto la crescita personale e spirituale come stile di vita. Mi scrive un piccolo successo raggiunto: dire a suo padre che non sarebbe andata a cena dalla nonna insieme a tutta la famiglia. Alla richiesta del padre, anziché rispondere il consueto «va bene», ha scelto di prendersi un attimo di tempo per indagare a fondo cosa volesse davvero fare. Si è assunta la responsabilità di ascoltare i sensi di colpa che emergevano e che avevano scelto per lei fino a quel momento e, con assoluta sincerità, ha comunicato al padre la sua volontà di restare a casa. Voleva essere rispettata e ha dato rispetto, con sincerità, mettendo da parte il senso di colpa e dedicandosi unicamente a ciò che davvero era il suo intento. Il risultato? Anziché la solita ramanzina, si è trovata di fronte un padre comprensivo.

Ora, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo A.I.C.® (Alza Il Culo)

Sperimentare è il solo modo per comprendere a fondo ciò che stai leggendo. Sono certa che alcuni di voi hanno all’attivo un bel po’ di esperienza riguardo al domandarsi quale sia lo scopo, mentre per altri potrebbe essere la prima volta. A entrambe suggerisco di continuare fino a farlo diventare uno stile di vita. Credetemi: non potrete più farne a meno.

La tua SpiritualCoach®

Un grazie speciale a Marta (nome di fantasia) che ha stimolato questo caffè

Lucia Merico

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