29 giugno 2020
consapevolezza vizi e gratitudine

Ci sono virtù necessarie che ci affiancano nel successo. Avere una mentalità aperta è la prima, ci sono poi ottimismo e gratitudine, sincerità con sé stessi e un’esperienza del concetto di responsabilità come autori della nostra esistenza.

Ogni cosa in questo mondo ha il suo esatto contrario, e anche la virtù cammina a fianco del vizio. Oggi daremo lustro alla virtù e all’ottimismo che la sostiene. Quando si parla di ottimismo, secondo me dobbiamo tirare in ballo anche la fede assoluta nelle possibilità umane, la ferma fiducia nella capacità di vincere le difficoltà e il coraggio per migliorare continuamente noi stessi. Questa è la visione che ci mostra un mondo differente da quello pessimistico a cui siamo abituati.

Capite bene che non è semplice sviluppare e sostenere così tante qualità e tutte in una volta, perché se anche voi siete parte del gruppo «tutto e subito» come lo ero io, mollerete alla prima difficoltà. Lo dico spesso che ho avuto maestri capaci che mi hanno fornito strumenti di ogni genere, ed è stata la mia tenacia nell’utilizzarli che mi ha portata a verificare il loro funzionamento e a migliorare la mia vita sotto ogni aspetto. E, come direbbe Michelangelo, ancora imparo.

Nella tradizione buddista viene insegnato a trasformare il veleno in medicina che vuol dire andare oltre la sofferenza per sviluppare una visione diversa e felice per una ulteriore crescita e sviluppo personale e spirituale. Se cominciamo a credere fermamente in questo principio ci concediamo la possibilità di vivere la nostra vita nel modo più completo.

Ecco qua la soluzione: vivere la completezza dell’esistenza con le sue ombre e le luci che la compongono, perché ogni veleno ha il suo rimedio, sono le ombre a mettere in evidenza la luce

Il processo alchemico della trasformazione si basa su una premessa di cruciale importanza: il libero arbitrio. Se partiamo da qui e ci applichiamo nella quotidianità, diventiamo esempi utili da modellare perché avremo capito che non possiamo essere gli autori del benessere altrui, neppure delle persone che più amiamo. Questa premessa riempie di gratitudine ogni cosa, e ignorarla significa alterare il nostro ottimismo e ci catapulta nel baratro infinito del senso di colpa. Non è mai conveniente credere di essere i benefattori della vita altrui per un attimo di celebrità. È come dare uno schiaffo d’umiliazione al nostro valore che invece dovrebbe essere gentilmente curato e messo in evidenza, per diventare fari che illuminano il proprio cammino.

Lo scopo di occuparci del benessere altrui è privo di gratitudine e pieno di paura. Il desiderio di sentirci utili oltre ogni misura nasconde la necessità di essere accettati e amati. C’è una frase di Epitteto alla quale possiamo ricorrere ogni volta che cadiamo nella tentazione di salvare qualcuno e che ci porta dritti nel regno del positivo: «Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti»

Cambiare la visione delle cose è il primo passo nel rivoluzionare e trasformare il proprio sistema di pensiero e di conseguenza l’ambiente in cui viviamo. Non possiamo modificare sempre e nell’immediato le circostanze, né possiamo cambiare i fatti brutali, ma possiamo «sempre» e nell’immediato modificare la visione che ne abbiamo: può fare davvero una grande differenza.

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Lucia Merico

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