suocera e nuora la consapevolezza di un cambiamento
26 febbraio 2021

Oggi voglio aprire insieme a te un capitolo nuovo riguardo le relazioni, quello tra suocera e nuora, per poterlo osservare con più attenzione e consapevolezza. Il ruolo della suocera è da sempre oggetto di attacco e calunnia esattamente come quello della nuora. Ho ricevuto e ancora ricevo molte mail relative a questo atavico problema che spesso viene sottovalutato, fino a diventare una guerra fredda tra famiglie. In prima persona porto la mia esperienza e l’esperienza di una giovane donna che è riuscita a vedere il suo rapporto con la suocera da un differente punto di vista

Faccio una premessa importante. Stiamo parlando di due donne e di un amore che sta per diventare l’oggetto della competizione: l’adorato figlio per una e il futuro compagno di vita per l’altra.  

Primo ostacolo da superare: il senso della proprietà che la madre - e futura suocera - ha nei confronti del proprio figlio. Per mancanza di conoscenza e consapevolezza, sono poche le donne che riconoscono i meccanismi che una madre mette in atto nei confronti del proprio figlio. In molti casi diventa l’assoluta proprietà, incontrastata e unica, dove persino il marito passa in secondo piano. Questo errore dovuto alla non conoscenza di cosa rappresenta realmente un figlio, predispone la madre e futura suocera a diventare colei che combatterà con la moglie-rivale. E noi donne sappiamo bene che quando sferriamo attacchi nei confronti di altre donne, siamo spietate!

Potrebbero iniziare a considerare che i figli non sono una proprietà. L’importantissimo fatto di dar loro la luce non garantisce di avere l’assoluto potere di manipolarne la vita. I figli sono esseri straordinari che vengono accolti in questo mondo allo scopo di fare esperienza. I genitori hanno l’obbligo di aiutarli al meglio a trovare la loro strada, accompagnandoli e sostenendoli fino alla maggiore età, per poi cominciare la fase di allontanamento. In natura quando un aquilotto impara a volare, lascia il nido e vola verso la sua avventurosa vita. Ma questa è un'altra storia.

La storia invece che ti racconto è quella di Anna e comincia come tante altre storie: un rapporto difficile con la suocera. Anna è arrabbiata per l’ennesimo scontro e questa volta non ce la fa più! Le ha provate tutte, dal ricatto alla manipolazione, ma niente riesce a darle sollievo, e così decide di chiedere aiuto e insieme iniziamo il nostro percorso. Mi racconta che tutto è iniziato nel momento in cui si è fidanzata con Pietro, il suo attuale marito, e le ha presentato sua madre. «Mi ha guardata dall’alto in basso: mi sono sentita una nullità.» racconta Anna. Un incontro che non si può certo definire amore a prima vista.

Pochi mesi dopo Anna e Pietro si sposano e cominciano i primi malintesi con la neo suocera. Basta un niente ed è guerra aperta. Cominciano le critiche reciproche e in mezzo sempre lui, l’oggetto del desiderio di entrambe. Capite bene che l’amore qui non centra nulla. Direi che siamo a livello di circa manipolazione da parte di entrambe. Le critiche non cessano e alla nascita del primo nipote, la suocera non perde occasione per notare che quando i suoi figli erano piccoli si comportava in un certo modo e ha sempre funzionato. La situazione peggiora e le rare volte che si incontrano l’aria è pesante.  

Quando incontro Anna per la prima volta è molto arrabbiata. Le spiego che la guerra penalizza entrambe e le propongo di guardare la situazione da un altro punto di vista. Anna è istintivamente reticente e per nulla pronta ad innalzare la bandiera della pace. Tuttavia, dopo l’ennesimo scontro, decide di provare. Primo esercizio: mandare amore alla suocera immaginando una bolla di energia luminosa che parte dal suo cuore e raggiunge quello della suocera. «Sarà un esercizio impossibile» Anna è convinta del suo pensiero, ma decide comunque di sperimentare con riluttanza la tecnica.

Questo è il suo racconto dopo aver sperimentato. «Mi ritrovo a ripetere la tecnica in molte occasioni: quando cucino, mentre guido e le poche volte che ci troviamo di persona. Lo faccio diventare come un mantra, un allenamento, ed effettivamente  mi accorgo che lei si rilassa, smette di tirare frecciatine. Penso che sia una coincidenza»

Passano i giorni, le coaching si fanno sempre più interessanti. Con la suocera va molto meglio e Anna si rende conto che la rivalità e quel senso di fastidio che provava nei confronti della suocera era mosso da una sua paura. «Lei è una madre come me, gelosa dei suoi figli, protettiva e ostinata.» Con questa nuova presa di coscienza, aggiungiamo altri esercizi per aumentare la consapevolezza. La relazione con la socera migliora e anche Pietro non si sente più tra due fuochi. 

Che sia chiaro: Anna e la suocera non hanno deciso di andare in vacanza insieme. Instaurano invece un rapporto di reciproco rispetto e cortesia. Da essere umano quale è, Anna a volte ha ancora il sottile piacere masochistico di infilarsi in piccole vendette, ma durano poco e i piccoli successi cominciano ad arrivare. Il cambiamento di Anna è notevole. Ora è più consapevole e non ha paura di riconoscere le sue debolezze, di dire “no grazie” con gentilezza e determinazione. Il filtro della rivalità è sceso e le permette di guardare la situazione in un altro modo. A tal punto da vedere negli occhi di sua suocera la difficoltà di un’imprenditrice che ha indossato la maschera della durezza per potersi muovere in un mondo di uomini.

Questo è uno dei suoi ultimi messaggi prima di concludere le sessioni di coaching . «Stasera i bambini, mio marito ed io siamo stati a cena da mia suocera. La guardavo e avevo la percezione di una donna dura, rigida e infelice. Più tenevo stretto a me questo pensiero più lei me ne dava dimostrazione con la postura rigida del corpo, con il suo modo perentorio di rivolgersi ai nipoti, con lo sguardo. Ma se andavo oltre la sua rigidità potevo vedere con chiarezza la mia paura: di diventare dura, rigida e infelice come lei. Ha fatto del suo meglio e con quello che conosceva e stasera sono qui, assaporo distratta il dessert, osservo Angela, mia suocera, e finalmente vedo una donna. Decido di mandare amore e nell’intimità della mia mente le chiedo scusa per averla usata come ostacolo alla mia felicità.»

Quando andiamo oltre il velo del giudizio, ampliamo la nostra consapevolezza e possiamo guardare il mondo da più punti di vista. Sarà utile per riconoscere che come vedo gli altri così vedremo noi stessi. 

Lucia lucia-gold

Lucia Merico

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