vuoi avere ragione o essere felice
10 gennaio 2020

«Voglio avere ragione o voglio essere felice» è una domanda essenziale che ci aiuta a mantenere il giusto orientamento e ad attrarre a noi ciò che veramente desideriamo, e la possiamo applicare a ogni cosa nella vita. Parlando di relazioni, potrebbe essere che vogliamo attrarre a noi l’amore, un’intimità più accesa, la comprensione reciproca, una quotidianità più avvincente, divertimento, denaro, buoni amici, una bella casa e via discorrendo.

Per capire come possiamo usare questa domanda come bussola per la felicità, dobbiamo prendere in considerazione un aspetto di cui spesso non ci accorgiamo, soprattutto noi donne: voler avere ragione a tutti i costi. Questo desiderio non scatta solo quando due persone sono in disaccordo: quella è solo la punta dell’iceberg. In realtà il processo è scattato molto prima nella testa, e quando è ben radicato, faremo di tutto per dimostrare di avere ragione.

E poi succede che all’improvviso incontri qualcuno che ti appassiona al punto da bandire i pregiudizi e le convinzioni legati all’avere ragione. Si cancellano di colpo e non sai come hai fatto. Sai solo che sei innamorato, il mondo assume una luce diversa e in ogni cosa trovi bellezza e pienezza. Finalmente sei felice.

Nella fase dell’innamoramento la curiosità reciproca porta a vedersi l’un l’altra nella luce più favorevole. Quando siamo innamorati proiettiamo sull’altro e nel mondo le nostre migliori qualità e pensiamo che è incredibile quello che ci sta succedendo, che è meravigliosa la sintonia che si sta creando. Poi compare a poco a poco la monotonia dell’abitudine e della quotidianità, la curiosità si affievolisce e l’energia cala facendo emergere tutto ciò che avevamo per un po’ messo da parte. Soprattutto ritorna la voglia di avere ragione.

Siamo diffidenti, diventiamo gelosi. Dov’è finita la curiosità e l’apertura? Accusiamo chi ci circonda di non curare abbastanza la relazione, e non ci accorgiamo che anche noi abbiamo ceduto da tempo la responsabilità della nostra felicità. Le aspettative cominciano a incombere come gigantesche torri di vedetta dall’alto delle quali controlliamo se il mondo fa tutto per benino, proprio come vogliamo noi.

L’avere ragione – ancora una volta - ha la meglio sull’essere felice. Il dialogo interiore è cambiato, la voce di pericolo si intromette dappertutto, e non solamente quando le cose vanno storte. Sembra incredibile, ma a volte si fa sentire anche quando stiamo bene: «Oddio, va tutto bene. Non sarà troppo per me? Di certo prima o poi qualcosa potrebbe andare male!» e in un battibaleno si interrompe il contatto con la felicità e ci mettiamo sulla difensiva.

Eppure c’erano state delle avvisaglie ed erano più o meno queste: «Qualcosa non va. Qualcuno non va. Ho fatto qualcosa di sbagliato. No, non posso essere stata io. Deve essere stato lui(lei). Lui (lei) è colpevole. Lui (lei) deve essere punito.»

Adesso che il quadro è un po' più chiaro, dobbiamo capire come rinunciare all’avere ragione, soprattutto perché questa rinuncia ci fa diventare più belli, più giovani e produttivi. Il nostro corpo è saggio e segnala in modo chiaro cosa ci fa bene e che cosa no, accendendo o spegnendo quella luminosità interiore che è data dall’entusiasmo e dall’energia.

D’altronde, le cose su cui dirigiamo la nostra attenzione si rafforzano sempre, e nel caso delle relazioni è bene concentrare le nostre energie non tanto su ciò che non funziona, ma su quello che funziona bene

Passiamo alla pratica. Fai un controllo accurato della relazione e osserva che cosa funziona e cosa invece non funziona? La questione non è più divisa tra giusto e sbagliato ma sul capire «Io, cosa voglio?» E a questa domanda puoi rispondere solo tu.

Esaminina i risultati delle tue azioni. Se qualcosa non ha funzionato domandati «Cosa mi può dare il risultato che vorrei». Questa domanda aiuta a dirigerti in modo concreto verso la felicità. Domandati qual è lo scopo, quale risultato vuoi raggiungere e teni d’occhio la tua bussola interiore del “voglio avere ragione o essere felice”.

Chi vuole essere felice sviluppa atteggiamenti di curiosità, osservazione, accettazione, riconoscimento, incoraggiamento che lo portano a essere ricettivo

Appena pubblicato questo articolo, scrivo su un biglietto «Questo è il viso della persona che può rendermi davvero felice» e lo attacco sullo specchio sopra il lavandino del bagno, come promemoria. Lo farai anche tu?

La tua SpiritualCoach®

 

(Per questo articolo ringrazio Carla Picardi e il suo libro «Tu puoi trasformare il tuo mondo» dal quale ho preso qualche spunto)

Lucia Merico

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